XXVIII Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze
XXVIII Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze
Palazzo Corsini, 5 – 13 ottobre 2013
“Nessun allestimento migliore di quello di Pier Luigi Pizzi si può immaginare per la Biennale di Palazzo Corsini”. Ne è convinto il presidente Giovanni Pratesi e si lusinga il maestro, che lasciò lì suo segno nel 2001, e anche in questa ventottesima edizione ha visto alzarsi quelle sue stesse strutture neo barocche che si adattano perfettamente agli spazi eloquenti del palazzo affacciato sull’Arno.
Eppure, a parte questo rispettoso omaggio alla tradizione passata e recente, dai 74 salotti di antiquari e galleristi trapela una volontà di svecchiare quel settore, l’antico, che nel mercato dell’arte è certamente il più in sofferenza. Anche quando c’è la qualità, come nel caso di questa raffinata selezione supervisionata da un vetting di rispetto (da Cristina Acidini a Mina Gregory, da Charles Havery a Nicola Spinosa, da Fernando Mazzocca e Enrico Colle, da Giancarlo Gentilini Angelo Tartuferi).
In molti sentono l’urgenza di un tocco più moderno, vuoi nella scelta del colore delle pareti – quest’anno dominano i grigi -, vuoi nel modo di disporre gli oggetti in allestimenti spettacolari, come accade ormai da tempo a Maastricht che resta il riferimento d’obbligo per ogni fiera d’arte.
Si cerca di attrarre un pubblico più giovane, e a giudicare da chi ha sfilato nel giorno della preview su invito e al vernissage, venerdì, gli under 50 sono stati certamente più del solito. Molto merito va riconosciuto anche ai giovani galleristi che con sempre più competenza e sicurezza affiancano i “grandi”: Marco Longari col padre Ruggero e lo zio Mario, Tommaso Piva affianco al padre Domenico, Tommaso Megna con il padre Fabio Massimo, Alessandro Montanaro vicino a Carlo, Edoardo con la madre Tiziana Sassoli, e così via. E poi Matteo Lampertico, i fratelli Cribiori dello Studiolo, Matteo Salamon,Fabrizio Moretti, Pietro Cantore.
Tutti tra i quaranta e i cinquanta, stanno dettando il trend più giovanile della stessa abbottonatissima Biennale fiorentina. Allo stand dello Studiolo hanno scelto una grafica bizzarra per le didascalie, ad esempio; Roberto Caiati con Gallo senior e junior propongono accostamenti tra oggetti antichi con gusto attuale; Matteo Lampertico spara i suoi Fontana accanto alle tele del Seicento. A proposito di novità, va segnalata la presenza di tanti stranieri. Non tanto tra gli espositori, che anzi sono solo 11 con qualche defezione rispetto a due anni fa. Presenti molti stranieri tra i visitatori. E non solo appassionati, collezionisti e intenditori. “ E’ la prima volta che ricevo così tante richieste di materiale da conservatori di musei stranieri”, afferma Matteo Salamon. E poi si sente di continuo parlare inglese, spesso con accento americano, russo soprattutto, e poi francese, belga o olandese.