La proposta di Franceschini: libri e quadri per pagare le tasse
di Mariolina Iossa, Il Corriere della Sera, 13 ottobre 2014
Il ministro dei Beni culturali rilancia una legge dimenticata dal 2010. Valutati anche castelli e ville
Castelli e quadri per pagare le tasse. La legge c’è, è vecchia di 32 anni ma non è stata quasi mai applicata, l’ultimo decreto legge risale al 30 marzo 2010. Da allora più niente. Perchè invece non rilanciarla, ha pensato il ministro dei Beni culturali e del turismo Dario Franceschini? Ed ecco che rivive, con la costituzione di una nuova commissione, la norma che consente di pagare le tasse con le opere d’arte. Chi possiede un quadro di valore, ma anche sculture, castelli, siti archeologici, libri antichi, ville, potrà cederli allo Stato, previa valutazione della commissione, e mettersi in regola con il Fisco.
“In questo modo – ha commentato Franceschini dopo aver firmato il decreto di nomina dei componenti – lo Stato adempie ad un duplice obiettivo. Da un lato, in un momento di crisi, consente ai cittadini di assolvere ai propri obblighi fiscali tramite la cessione di opere d’arte, dall’altro torna ad acquisire un patrimonio storico ed artistico. La legge non è mai stata attuata con convinzione – ha continuato – e questa commissione non era era stata rinnovata e non si riunisce dal 2010, nonostante l’esperienza di altri paesi europei, Inghilterra prima fra tutti, ne dimostri le grandi potenzialità”.
Non occorre possedere un Van Gogh o un Matisse, ovviamente, sono moltissime le opere d’arte contemporanea che possono interessare lo Stato e che hanno un valore. La legge permette il pagamento delle atsse attraverso la cessione di opere d’arte in tutto o in parte, si tratta delle imposte sul reddito delle persone fisiche, dell’imposta sul reddito delle persone giuridiche e delle imposte di successione. Franceschini vorrebbe rendere questa pratica non solo di nuovo fattibile ma anche più frequente. Basti pensare che nel 2010 quando si riunì la commissione per l’ultima volta erano stati proposti quadri , statue in bronzo, una collezione archeologica e una villa a sanremo ma lo stato accettò soltanto una tela di Alberto Burri, valutata 100 mila euro e adesso esposta alla Galleria nazionale dell’Umbria. Da oggi le cose potrebbero cambiare. Bisogna aspettare i tempi della registrazione alla Corte dei Conti, tranta giorni, poi la commissione potrà riunirsi, probabilmente già prima di Natale.