AMART 2019

 

8 – 12 maggio 2019

Palazzo della Permanente

Milano

Fino a domenica 12, sessantacinque gallerie espongono al Palazzo della Permanente il meglio delle loro collezioni. Gli stand  all’Amart sono raccolti, ma deliziosi. La moquette rossa fa risaltare le preziose poltrone, le sculture sinuose e la bella pittura racchiusa nelle cornici dorate. Tra un quattrocentesco fondo oro e un settecentesco scorcio di Venezia, fa capolino anche qualche lavoro di arte moderna e contemporanea. Amart spazia infatti dall’archeologia al contemporaneo, facendo incontrare opere eterogenee e appartenenti a luoghi ed epoche lontane fra loro. Rispondendo alla tendenza degli ultimi anni prediletta dalle giovani generazioni di arredare case dal gusto contemporaneo con pezzi di antiquariato.

Procedendo nel percorso si arriva all’incantevole stand della Società di Belle Arti (Milano) specializzata in pittura italiana della seconda metà del XVIII secolo e prima metà del XIX secolo. La galleria è tornata in fiera dopo il successo della prima edizione nel 2018 e ha portato una selezione di opere prevalentemente dell’Ottocento.

All’ingresso un ritratto importante di Francesco Hayez che raffigura una nobildonna lombarda che tiene tra le mani un’incisione che ritrae il marito defunto. E’ del 1829, un anno importante per Hayez. Giuseppe de Nittis è in stand con un’opera di un periodo molto raro, quando arriva a Parigi. Si intitola “L’organetto” e raffigura due suonatori ambulanti che si trovano di fronte al cancello della villa della Malmaison che era appartenuta alla moglie di Napoleone. Un dettaglio curioso che non salta subito all’occhio, dal cancello sbucano i musi dei cani attratti dalla musica.

Poi lavori di Ippolito Caffi, Silvestro Lega, Giuseppe Abbati e Giovanni Fattori. Tra le chicche un piccolo lavoro di Raffaello Sernesi, “Case al sole”, del 1862.

[da https://www.artslife.com/2019/05/10/amart-2019/ del 10 maggio 2019]