Lomi Giovanni (1889-1969). Biografia. Quadri in vendita.
Giovanni Lomi nacque a Livorno il 31 ottobre 1889. Rimase orfano all’età di sei anni e, sin da giovanissimo, si appassionò al disegno. Inizialmente eseguì molti ritratti a sfumino di persone defunte su richiesta dei parenti.
Nelle ore libere visitava gallerie e musei, fermandosi spesso ad osservare i pittori che dipingevano all’aperto. Adolfo Tommasi, all’epoca già noto, dopo aver visto i suoi disegni, lo incentivò a continuare, dicendogli che preferiva non averlo come allievo perché, altrimenti, avrebbe finito, come gli altri, per copiare il suo stile. L’incontro fu, comunque, determinante per Lomi; infatti i suggerimenti di Tommasi lo rafforzarono nel proposito di divenire pittore. Per mantenersi lavorò come imbianchino e decoratore, incrementando le modeste entrate grazie alle abilità canore.
Chiamato alle armi, fu inviato al fronte dove dipinse cartoline per i compagni. Nel 1921 sposò Caterina Del Nero, dalla quale l’anno seguente ebbe il primo e unico figlio, Federigo. Risale a quel periodo l’esordio con una mostra personale a Firenze presso la Galleria Materazzi. Nel 1924 vinse con L’ora dorata il premio Bechi al IV Concorso Ussi. Espose anche Roma alle mostre degli Amatori e Cultori del 1920 e del 1923 e alle Biennali romane del 1923 e del 1925.
Nel 1924 allestì una personale con Gino Romiti alla Galleria Geri. Nel 1919 partecipò alla Permanente di Milano con il dipinto Vecchi scali livornesi, acquistato dal Comune di Roma per la Galleria d’Arte Moderna, dopo essere stato esposto alla Mostra degli Amatori e Cultori della capitale.
In una Mostra ufficiale di arte moderna italiana a Brighton del 1926, il suo dipinto Verso il tramonto fu acquistato dal Municipio per la galleria civica. Dal 15 al 30 novembre 1930 tenne una personale alla Galleria Cavalensi e Botti di Firenze, dove presentò 107 opere tra cui numerosi paesaggi dell’alta Italia e della Riviera Ligure. Negli anni Cinquanta si recò a dipingere a Parigi, Barcellona e Roma. Visitò anche la Valle d’Aosta, eseguendo numerosi paesaggi della zona di Entrèves. Morì per un improvviso malore nel suo studio a Livorno il 9 giugno 1969.