Costa Giovanni (Nino) (1826-1903). Biografia. Quadri in vendita.
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Giovanni Costa nacque a Roma nel 1826.
Affidato dal padre, agiato proprietario di un grande lanificio, alle cure di un precettore e ricevuta un’educazione classica nel Collegio di Montefiascone, frequentò a Roma il Collegio Bandinelli dove ricevette da Luigi Durandini le prime nozioni di disegno.
Terminato il corso di studi, iniziò a seguire le lezioni di Cesare Coghetti e poi di Francesco Podesti. Volontario nel ’48, combattè e Treviso e a Vicenza.
Tornato a Roma si applicò “al disegno della figura” con Massabò, preferendogli, però per il “colorito”, Alfonso Chierici.
Dopo aver partecipato alla difesa di Roma tra i volontari dello stato maggiore di Garibaldi, si trasferì in via Punta di Diamante.
Avvicinatosi di nuovo allo studio di Massabò, eseguì alcuni “gessi e qualche testina dal vero”; si cimentò a Tivoli, sotto la guida del pittore francese Le Noble, nei primi studi en plein air.
Lavorò con questa modalità, dal tardo autunno del ’49, nella campagna tra la Sabina, Albano e la costa fra Ostia e Anzio.
Qui videro la luce alcune opere compiute, come il Paesaggio presso Ardea e numerosi soggetti dal vero destinati a frequenti rielaborazioni.
Deluso dalla politica di Mazzini, nel ’59, fu arruolato tra i Cavalleggeri di Aosta; dopo l’armistizio di Villafranca trascorse un breve periodo a Milano, ammirando le opere di Leonardo da Vinci e Bernardino Luini.
In autunno arrivò a Firenze poi, trasferitosi quasi subito a Pisa, dipinse per qualche mese nella zona del Gombo.
Di ritorno nel capoluogo toscano, entrò a far parte dell’ambiente del Caffè Michelangiolo, legandosi in particolare a Serafino de Tivoli e a suo fratello Felice tramite il quale incontrerà Fattori.
Sono di questo periodo alcune vedute frutto delle stimolanti ricerche condivise con gli amici Macchiaioli, quali Tramonto sull’Arno e Bocca d’Arno, interamente modulate sull’accostamento di personali notazioni cromatiche e luministiche in una studiata combinazione di colori, priva di qualsiasi contrasto chiaroscurale.
Un quadro a tema biblico, Geremia sulle rovine di Sion, segnò invece, nel ’60, il debutto alla Promotrice fiorentina.
A questa partecipò anche l’anno successivo con sei paesaggi.
Poco dopo fu in Francia, dove espose al Salon parigino del ’63 Donne che imbarcano legna a Porto d’Anzio; al Salon des Refusés si presentò con uno Studio di alberi d’ulivo.
Tra il ’62 e il ’63 a Londra Giovanni Costa frequentò George Frederick Watts, Edward Coley Burne-Jones, Leighton e Mason.
Nel tardo autunno del ’63 lavorò alacremente a Firenze, stringendo una duratura amicizia con Cabianca, prima di impegnarsi nell’attività politica a Roma, da dove continuò, tuttavia, a inviare opere alle Promotrici fiorentine. Nel ’65, di nuovo a Londra, si avvicinò al pittore preraffaellita George James Howard.
Due anni dopo fu con Garibaldi a Mentana.
Stabilitosi poi a Firenze, approfondì le ricerche già orientate verso lo stile degli amici inglesi pur mantenendo i contatti con i Macchiaioli.
Rientrato a Roma, sposò Maria Antonia Miniati e si impegnò nella promozione e rinnovamento della vita artistica della capitale, organizzando nel ‘73 la prima Esposizione del Circolo Artistico nella sede del Pincio.
Continuò, inoltre, a inviare sue opere alla Royal Academy di Londra, dove aveva esposto fin dal ’69. Nell’82 allestì una personale alla Fine Art Society.
Nell’83 creò a Roma la Scuola Etrusca e, tre anni dopo, l’Associazione “In Arte Libertas” sostenuto, oltre che dagli artisti della nuova generazione, da alcuni dei vecchi frequentatori del Caffè Greco.
Trasferitosi a vivere a Marina di Pisa, pur non diradando i contatti con il mondo esterno, trascorse lunghi periodi nel paesaggio da lui prediletto, portando a termine opere come Ad Fontem Arcinum e Il risveglio, e dettando, negli ultimi anni, le sue memorie alla figlia Giorgia.
Giovanni Costa morì a Marina di Pisa nel 1903.
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