Grubicy de Dragon Vittore (1851-1920). Biografia. Quadri in vendita.
Vittore Grubicy De Dragon nacque a Milano nell’ottobre del 1851 da nobile famiglia di origine ungherese.
A 19 anni, dopo la morte del padre, abbandonò gli studi umanistici intrapresi presso il Convitto Nazionale di Sondrio per recarsi a Londra dove, grazie ai contatti con numerosi galleristi, divenne ben presto mediatore di opere d’arte. A 25 anni acquistò una galleria a Milano coinvolgendo anche il fratello Alberto. Inizialmente tentò di promuovere all’estero le opere di Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, poi anche quelle di Giovanni Segantini.
Nel 1884 iniziò l’attività artistica personale con una serie di schizzi raffiguranti paesaggi olandesi. Due anni più tardi avviò la collaborazione con la testata romana “La Riforma” sulla quale recensì mostre artistiche nazionali ed internazionali. Con la vendita del dipinto di Segantini Alla Stanga allo Stato Italiano, la galleria Grubicy, tra maggio e ottobre del 1888, poté prendere parte all’Italian Exhibition di Londra presentando opere di Cremona, Ranzoni, Segantini, Morbelli, Troubetzkoy e Tominetti. Nell’occasione venne pubblicato il catalogo: Alberto Grubicy’s Picture Gallery. Italian Exhibition in London.
L’anno successivo fu presente all’Esposizione Universale di Parigi. Le frequenti divergenze tra i fratelli sulla gestione della galleria, portarono, però, allo scioglimento della società. Tra il 1890 e il ‘92 Grubicy si dedicò, soprattutto, all’attività di pittore paesaggista subendo l’influenza della grafica giapponese. In seguito abbracciò la corrente divisionista, partecipando nel ‘91 alla I Esposizione Triennale di Belle Arti di Milano.
Tra il 1893 e il ‘94 realizzò varie acqueforti e alcune vedute di Milano. Durante gli inverni trascorsi a Miazzina presso l’abitazione del pittore Tominetti, dipinse vedute del Lago Maggiore e delle montagne vicine, tra cui Notte lunare – Mare di Nebbia, Dalla finestra e Sinfonia crepuscolare. Nel ‘97 espose alla II Biennale di Venezia il trittico Inverno in montagna. L’anno successivo incontrò a Milano il suo primo importante collezionista, il banchiere Luigi Della Torre. Tra le diverse esposizioni in Italia e all’estero, nel 1910 partecipò anche all’Internazionale di Buenos Aires.
Risale all’anno successivo l’incontro con Arturo Toscanini, destinato divenire suo più importante collezionista.
Morì a Milano nel 1920 lasciando la propria raccolta alla Civica Galleria d’Arte Moderna.