di Charlotte Burns e Gareth Harris con la collaborazione Richelle Simon, da Il Giornale dell’Economia, giugno 2015

 

New York.

In due settimane di aste a New York sono stati battuti diversi record d’asta. In totale sono stati spesi quasi 2,5 miliardi di dollari (o 2,2 miliardi di euro) in sei aste serali di arte impressionista, moderna e contemporanea.

La chiave sono stati i nomi di spicco, con i compratori alla ricerca di opere-trofeo. Un funzionario senior di Christie’s ha riferito a «Il Giornale dell’Arte» che una certa classe di compratori desidera impegnarsi solo in opere stimate alla vendita per più di 100 milioni di dollari. A questo livello, la spesa non è tanto motivata dalla qualità dell’opera quanto dalla dimostrazione della propria ricchezza.

Le case d’asta stanno dando la caccia alle masse di denaro detenute dallo 0,01% della popolazione, si tratti di compratori consolidati americani o europei o di nuovi attori da regioni come l’Asia, il Medio Oriente o altre. In un recente comunicato agli azionisti, il nuovo direttore generale di Sotheby’s Tad Smith ha detto: «Mi piacciono molto i mercati nei quali Sotheby’s fa affari. Seconda una delle relazioni che ho letto recentemente, nel 2014 c’erano nel mondo più di 170mila persone  con un patrimonio netto dal valore superiore ai 30 milioni di dollari, per una ricchezza totale stimata di quasi 21 trilioni di dollari (cioè 21mila miliardi di dollari, ndr). La stessa relazione prevedeva che la popolazione globale di «high net worth individuals» sarebbe cresciuta del 34% entro il 2024«.

Nel loro tentativo di accaparrarsi quote di mercato, le case d’asta stanno liberalizzando i loro metodi di accesso al business. L’uso di Christie’s delle garanzie ha raggiunto in questa stagione livelli quasi assurdi: il 54% della sua asta dell’11 maggio era garantita, dalla casa, da un soggetto terzo o da un mix delle due opzioni; il 63% della sua vendita del 13 maggio era sottoscritta. «Una garanzia dovrebbe essere considerata una prevendita; cosa che in effetti è», dice il mercante Edward Tyler -Nahem, fondatore dell’omonima galleria.

Le garanzie aiutano i venditori dotati di scarsa propensione al rischio ada ffidare opere all’asta, e «non impediscono a nessuno che lo desideri di oltrepassare quella garanzia», dice Hugh Gibson, un direttore della Thomas Gibson Fine Art. Tuttavia, le garanzie aggiungono un ulteriore strato di opacità al mercatoe creano un senso di distorsione.

L’abbuffata  di Christie’s (1,6 miliardi di dollari, cioè 1,4 miliardi di euro) ha avuto inizio l’11 maggio con una singola vendita, «Looking forward to the past», che ha totalizzato 618,1 milioni di euro per 35 opere create tra il 1902 e il 2011. Questa comprendeva la vendita del dipinto di Picasso del 1955, «Femmes d’Alger (Version «O»), per 157,1 milioni di euro, cifra che ne ha fatto la piu costosa opera d’arte mai venduta all’asta.Il dipinto apparteneva in precedenza ai collezionisti di New York Victor e Sally Ganz, ed era stata venduta per 31,9 milioni di dollari da Christie’s nel 1997 (cifra che all’epoca equivaleva a 54,1 miliardi di lire). Il mese scorso, essa poteva contare sulla stima più alta di sempreper un’opera d’arte: 140 milioni di dollari. Non c’erano dubbi sul fatto chesarebbe stata venduta, dato che Christie’s l’aveva garantita ( e aveva stipulato accordi finanziari con un soggetto terzo per sottoscrivere parte dei suoi rischi). Secondo il quotidiano statunitense «New York Post», il miliardario ed ex primo ministro del Qatar Hamad bin Jassim bin  Jaber Al Thani avrebbe acquistato l’opera; questa circostanza è stata poi smentita da alte fonti del Qatar e ora si è portati a ritenere che l’acquirente sia una collezionista asiatica.

I record hanno continuato a crollare all’asta di Christie’s di arte del dopoguerra e contemporanea del 13 maggio, che ha totalizzato 576,6 milioni di euro in una vendita da 82 lotti. Sono stati stabiliti nuovi livelli di prezzo  per artisti come Lucian Freud, del quale «Benefits supervisor resting» (1994) è stato aggiudicato alla mercante Pilar Ordovas per 49,2 milioni di euro (stime da 26 a 44 milioni). Il dipinto, in cui è ritratta nuda su un divano Sue Tilley, un’impiegata inglese dalle forme più che abbondanti, era stato garantito dalla casa d’aste.

Infine la vendita di Christie’s di arte impressionista e moderna del 14 maggio ha totalizzato  202,6 milioni di dollari con la bella «Composition No. III with Red, Blue, Yellow and Black» (1929) di Piet Mondrian venduta per 44,3 milioni di euro (stime 13-22 milioni) all’ex dirigente di Christie’s, ora consulente, Amy Cappellazzo.

Intanto, Sotheby’s aveva avviato la stagione il 5 maggio con una spettacolare asta di arte impressionista e moderna da 331,2 milioni di euro, il secondo più alto risultato di settore nella storia della società. Il lotto principale, «L’Allée des Alyscamps» di Van Gogh (1888), è stato acquistato da un cliente asiatico presente in sala per 59,6 milioni di euro (stime oltre i 36 milioni).

Alcuni mercanti hanno criticato l’opera. A detta di Andrew Fabricant, della galleria newyorkese Richard Gray, il dipinto «è un po’ piatto e il soggetto è piuttosto banale. Ma quando si tratta di un’opera di un artista di quel calibro, la gente non giudica criticamente. Il nome ha molto più peso«.

La vendita contemporanea di Sotheby’s del 12 maggio ha raccolto 332,5 milioni di euro. Il lotto principale era un’opera astratta  del 1954 in giallo e blu di Mark Rothko, venduta per 40,7 milioni di euro (stime 35-52 milioni). In precedenza era appartenuta ai collezionisti americani Paul e Bunny Mellon, e più di recente al proprietario di Christie’s, Francois Pinault, che l’aveva nel 2013.

L’aspetto negativo delle garanzie è risultato evidente nella vendita di Sotheby’s del dipinto del 1962 di Roy Linchestein, «The Ring (Engagement)». Sotheby’s aveva promesso al venditore, il collezionista di Chicago Stefan Edlis, un importo garantito. Il dipinto si è però mantenuto al di sotto della stima minima di 44 milioni di euro, ed è stato aggiudicato per 36,5 milioni diritti compresi, il che significa che qualcumo in qualche modo (probabilmente Sotheby’s) ha subito una perdita.

Una cosa simile è successa con il lotto principale di Phillips il 14 maggio. «Seated Woman» di Francis Bacon (1961), che era garantito da un soggetto terzo, è stato aggiudicato alla stima minima di 24,6 milioni di euro diritti compresi.

Un altro momento di sconcerto si è avuto nell’asta da Christie’s dell’11 maggio per la vendita di «L’homme au doigt» di Giacometti (1947). Stimata oltre 110 milioni di euro, l’opera ha stabilito un nuovo record per l’artista a 123,7 milioni pur avendo ricevuto una sola offerta, da un cliente collegato al telefono con Marc Porter, presidente di Christie’s Americhe.

E se è stato stabilito un nuovo record per Christopher Wool con la vendita da Sotheby’s di «Riot» (1990), il 12 maggio, per 26,1 milioni di euro (stime 10-15), la sera dopo da Christie’s per il dipinto di Wool del 1990, «Hypocrite» (stime 13-17 milioni) non c’e stato nessun compratore.

Simili delusioni  tra gli eccessi hanno reso alcuni mercanti insicuri sulla reale sostenibilità dell’attuale stato di cose: «E’ un mondo irreale: abbiamo avuto una grande inaugurazione di Frieze, e ora queste aste, ha osservato il mercante Thaddeus Ropac. Bisogna stare attenti a non abituarsi«.