Bianchi Mosè (1840-1904). Biografia. Quadri in vendita.
Mosè Bianchi nacque a Monza nel 1840.
Figlio del pittore Giosuè, una volta terminati gli studi tecnici presso il collegio Bosisio di Monza, si iscrisse all’Accademia di Brera a Milano, dove seguì i corsi di Bertini, Bisi, Schmidt, Sogni e Zimmermann.
Risale a questi anni l’amicizia con Filippo Carcano, Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni e Federico Faruffini, con i quali aprirà un piccolo studio.
Nelle prime opere è evidente l’influenza pittorica del Bertini (i ritratti di Simonetta e Giacinta Galimberti, 1861, Monza, Musei Civici; La congiura di Pontida, 1862; L’arciprete Stefano Guandeca che accusa l’arcivescovo di Milano di sacrilegio, 1862).
Terminati gli studi nel 1864, realizzò una pittura di genere briosa e vivace (La vigilia della sagra, 1864, Milano, Pinacoteca di Brera; Lo sparecchio dell’altare e Una lezione di canto); contemporaneamente, in alcune opere, si ispirò anche a temi di ascendenza romantica accentuandone i toni emotivi (Cleopatra e La monaca di Monza, 1865, entrambe a Milano, Galleria d’Arte Moderna).
Grazie al pensionato Oggioni, vinto con la Visione di Saul (1867), trascorse un breve periodo a Venezia, approfondendo così lo studio dei grandi pittori del ‘700 e maturando il suo istinto pittorico.
Brevi soggiorni a Parigi, inoltre, permisero a Mosè Bianchi di conoscere Fortuny e Meissonier, subendo il fascino delle guizzanti pennellate e delle scene di genere e costume.
Dal 1876 al 1877 sviluppò poi la sua attività di frescante, apprezzabile nella Villa Giovanelli a Lonigo, vicino a Vicenza, nella decorazione della sala della Stazione ferroviaria di Monza (1883) e di Palazzo Turati (1885).
Agli anni ’80 risalgono invece una serie di suggestive vedute milanesi (Una nevicata a Milano, 1881, Milano, Galleria d’Arte Moderna) e lagunari (Laguna in burrasca a Chioggia).
Nel 1884, al culmine della sua attività, inviò 14 tele all’Esposizione Generale di Torino.
Mosè Bianchi morì nel 1904.
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Chioggia sotto la neve
Ponte di Rialto a Venezia
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Bazzaro Leonardo (1853-1937). Biografia. Quadri in vendita.
Leonardo Bazzaro nacque a Milano nel 1853.
Fratello dello scultore Ernesto, iniziò a studiare sotto la guida di Gaetano Fasanotti, cliente del negozio di famiglia e titolare della cattedra di paesaggio all’Accademia di Brera, che gli impartì alcune lezioni private.
S’iscrisse poi all’Accademia dove frequentò tutti i corsi diventando allievo prediletto di Giuseppe Bertini.
Agli inizi della sua attività si ispirò alla pittura di Bisi e Migliara, prediligendo quindi interni animati da figure, apportando novità nello studio della luce e del colore.
Si ricordino a tale proposito : Coro della chiesa di San Vittore, 1871, il Salone di Palazzo Verri e La vestizione della monaca, 1888.
Nel 1873 partecipò per la prima volta alla mostra annuale di Belle Arti di Brera con i dipinti Veduta d’interno di Sant’Ambrogio e Veduta interna della chiesa di Sant’Alessandro in Milano.
Nel 1875 vinse il Premio Fumagalli con Dopo un duello; due anni dopo il suo maestro Bertini acquistò il dipinto Il saccheggio per la collezione del Museo milanese Poldi Pezzoli.
Tre anni più tardi il pittore si aggiudicò il Premio Grotti con Un mesto ufficio – Cappella di Santa Maria delle Grazie .
Questi successi gli valsero le attenzioni di mercanti importanti come Pisani in Italia e Goupil a Parigi con i quali firmò contratti che gli permisero di accrescere la propria notorietà.
Verso gli anni ’80 cominciò a dipingere all'aperto.
Trasse ispirazione dai paesaggi lagunari e dalle vallate alpine della Lombardia e della Valle d’Aosta.
Nel 1886, ospite dello scultore Luigi Secchi a Miazzina, conobbe Achille Tominetti del quale apprezzò i paesaggi e le scene di vita alpestre.
Qui realizzò, tra gli altri, il dipinto La raccolta delle castagne, considerato il manifesto del Naturalismo lombardo.
Nel 1896 si trasferì a Gignese (Novara), prediligendo temi intimistici o legati alla vita campestre (All’ovile, esposto a Genova nel 1896).
L´ anno successivo fu presente per la prima volta alla Biennale di Venezia.
Cinque anni dopo Arnaldo Risi gli dedicò su “Emporium” il primo articolo monografico con la riproduzione delle opere più conosciute.
Questo agevolò la diffusione dei suoi lavori anche a livello internazionale.
Negli anni che seguirono, gli impegni espositivi diventarono sempre più numerosi.
infatti, oltre alle rassegne della Permanente, delle Promotrici di Genova e Torino, della Biennale di Venezia, partecipò all’Internazionale di Buenos Aires (1910) e all’Esposizione Universale di San Francisco (1915).
Nel 1917 la Galleria Centrale d’Arte di Milano organizzò una mostra dei due fratelli Bazzaro: settantatre dipinti di Leonardo furono affiancate a trenta sculture di Ernesto.
Questa rassegna ottenne un notevole successo e venne recensita da tutti i giornali ambrosiani.
Continuò a partecipare a tutte le principali rassegne nazionali.
Leonardo Bazzaro morì nella casa milanese del nipote Ettore nel 1937.
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Bartolena Giovanni (1866-1942). Biografia. Quadri in vendita.
Giovanni Bartolena nacque nel 1866 a Livorno.
Nipote del pittore Cesare, che lo avviò fin da giovanissimo allo studio della pittura, nel 1886 si stabilì a Firenze per studiare con Giovanni Fattori.
Di carattere esuberante e indipendente, ebbe spesso discussioni con il maestro al quale però rimase sempre legato da un'affettuosa amicizia.
Esordì nel 1892 all’Esposizione di Torino con due dipinti (Strada di collina presso Livorno e Pascolo in Campo al Melo, presso Livorno).
All’età di trent’anni si trasferì a Marsiglia, in seguito al fallimento economico della famiglia.
In Francia si guadagnò da vivere facendo il conduttore di tram a cavalli.
Successivamente Giovanni Bartolena soggiornò a Lucca e Firenze, ospite dell’amico Plinio Nomellini ed in Versilia.
Nel 1919 rientrò a Livorno lavorando assiduamente a numerose tele.
Amante soprattutto delle nature morte (Ricci e boccale, Sigaro e arance), fu apprezzato per l’esuberanza del tratto e per la sensibilità cromatica.
Cercò, infatti, di mantenere inalterata tutta l’intensità e lo smalto dei colori utilizzati elaborandoli direttamente sulla tavola che trattava con diverse sostanze affinchè non assorbisse completamente i colori da stendere sulla tela.
Oltre alle nature morte, si ricordano le opere realizzate osservando il paesaggio con un lungo cannocchiale da marina (Piazza a Livorno, Cisternone, Pini a Quercianella ecc.).
Altri soggetti, di chiara matrice fattoriana, figurano nel suo repertorio (Il buttero, Soldati a cavallo e l’Autoritratto).
Otterrà l'apprezzamento della critica solo nel 1927, anno in cui a Milano fu inaugurata una mostra personale di circa trenta quadri.
Giovanni Bartolena morì a Livorno nel 1942.
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Banti Cristiano (1824-1904). Biografia. Quadri in vendita.
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Cristiano Domenico Banti nasce a Santa Croce sull'Arno, in provincia di Pisa nel gennaio 1824..
1840
Forse in tale anno si trasferisce a Castelfranco di Sotto ( in cui risulta residente nel 1854), dove Stefano Banti sarebbe passato alle dipendenze della Marchesa Maria Ottavia Vettori, proprietaria in quella zona di vari possedimenti agricoli.
1841
Si iscrive all'Imperiale Regio Istituto di Belle Arti di Siena dove frequenta i corsi di ornato e di disegno architettonico, tenuti da Alessandro Maffei e Lorenzo Doveri.
1850
4 marzo, morte di Francesco Nenci, coincidente con l'ultimo anno di frequenza di Cristiano Banti all'Istituto di Belle Arti di Siena.
1851
Finiti gli studi, esegue a Santa Croce per la chiesa di san Rocco un quadro raffigurante l'immagine del santo; poco tempo dopo è probabile che viva a Firenze, dove si sposerà, senza che di tale soggiorno esista precisa documentazione.
1854
Sposa nella chiesa di San Remigio in Piazza, a Firenze, Leopolda Redi; quindi la coppia si trasferisce nella villa "Il Barone", a Montemurlo (presso Prato).
1855
Sulla base dei propri ricordi, Signorini scrive che a questa data Banti frequenta il Caffè Michelangelo e entra in rapporto col gruppo di giovani artisti che daranno vita al movimento macchiaiolo.
In data 10 luglio nasce a Montemurlo la primogenita Maria Eva Alaide, che fra gli otto figli sarà quella più strettamente legata alla sua vita.
1856
Nascita e morte del figlio Brunetto.
Nella seconda metà dell'anno, la famiglia si stabilisce nell'appartamento in via Indipendenza, a Firenze, precisamente nel quartiere "Barbano" dove risiedono altri artisti: Pollastrini, Fattori per un certo periodo, e soprattutto il napoletano Saverio Altamura che avrà con Banti legami particolarmente stretti.
1857
Il 27 giugno nasce il figlio Lionetto.
Partecipa all'Esposizione della Società Promotrice di Belle Arti di Firenze con il quadro Galileo Galilei dinanzi all'Inquisizione.
1858
Il 7 ottobre nasce il figlio Alfredo. In quel periodo Degas è a Firenze e riceve la visita di Banti accompagnato per l'occasione dal padre di Altamura.
In seguito è lo stesso Banti a rievocare l'episodio in una lettera scritta a Boldini l'11 febbraio 1885.
1860
Il 14 marzo nasce il figlio Arturo. Risalgono probabilmente alla primavera di quest'anno i primi studi all'aperto che Banti, in compagnia del Cabianca, dipinge nelle campagne di Montemurlo. Verso la metà di luglio, i due amici raggiungono Signorini a La Spezia.
L'attività di gruppo si svolge però anche a Montelupo assieme a Signorini, a Stanislao Pointeau e Odoardo Borrani.
1861
Maggio con Cabianca e Signorini, e accompagnato dalla moglie, intraprende un viaggio a Parigi per visitare il Salon.
Fa sosta a Torino ove visita l'Esposizione di Belle Arti. Si entusiasma qui per la pittura di Fontanesi di cui diventerà amico, rimanendone influenzato.
A Parigi ha occasione di vedere le opere della "Scuola del '30". Visita la Galleria Louis Martinet, sul Boulevard des Italiens, con opere di Corot, Millet,Dupré e Rousseau.
1861-62
A Montelupo e a Pian Tra Vigne (nella valle superiore dell'Arno) nascono alcuni capolavori, da cui si rivela l'originale interpretazione che Banti dà dell'arte macchiaiola: fra gli altri, le due versioni di Riunione di contadine. Appartengono alla stessa epoca anche Bimbi al sole, Vecchie mura di Livorno e Signora sula terrazza.
1862
Giunge a Firenze Giovanni Boldini; è probabilmente attraverso Michele Gordigiani che avviene l'incontro con Banti il cui sodalizio e la cui amicizia costituiranno un punto di riferimento essenziale durante il periodo fiorentino del ferrarese. Con Cabianca si reca a Torino per vedere la mostra della Promotrice, acquistando il quadro del Fontanesi Mattino d'Ottobre e quello di Vittorio Avondo Nelle pianure lombarde. Si reca poi a Ginevra per conoscere personalmente Fontanesi da cui acquista altri dipinti.
In società con Nino Costa acquista un busto in terracotta, ritenendolo opera del Quattrocento e pagandolo diecimila lire. La scultura risulterà un falso eseguito da Giovanni Bastianini. Risale probabilmente a quest'epoca l'amicizia con il Leighton che in occasione della sua visita a Firenze si reca a vedere il busto.
1863
Lavora in stretto contato con Costa e Cabianca. All'Esposizione di Torino acquista un nuovo quadro di Fontanesi, L'Aprile. Nasce il quinto figlio Umberto.
1864
Contribuisce in maniera determinante ad organizzare una mostra allestita nelle sale dell'Accademia di Belle Arti di Firenze da un gruppo di artisti, in contrapposizione alla Mostra Annuale della Società Promotrice. Assieme a Borrani, Lega, Signorini, D'Ancona, Gordigiani e Zandomeneghi, è firmatario di una lettera indirizzata a Tamar Luxor e pubblicata sul Corriere Mercantile di Genova; rivendicando le ragioni della propria attività, rimproverano così ai critici di non capire i fondamenti di concretezza realistica su cui si basa la loro ricerca.
1865
Momento d'intensa attività, in cui nasce il nucleo delle opere più legate alla concezione creativa macchiaiola.
1866
Fontanesi è a Firenze. Banti lo ospita nella propria casa al Barbano.
Nasce nel frattempo il figlio Gino.
1866-67
Stretto sodalizio con Boldini, che alla Promotrice di Firenze espone dei ritratti di una nuova concezione, uno dei quali probabilmente dedicato a Banti.
1867
Su commissione del Banti, Fontanesi dipinge quattro ovali: Crepuscolo nei pressi del torrente Mugnone, Stagno presso Montelupo Fiorentino, Ricordo di viaggio e Fonte nei pressi di Firenze.Fa parte del Comitato incaricato del collocamento delle opere della Società Promotrice.
1868
Viene nominato membro della Società Promotrice.
1870
Viene nominato membro del giurì della commissione della Mostra Nazionale di Parma, assieme a Signorini, Sorbi e Cecioni.
In quest'anno lungo soggiorno di Diego Martelli a Parigi.
1871
Boldini si trasferisce a Parigi. Nei brevi soggiorni italiani sarà ospite di Banti.
1873
Dalla sua corrispondenza con Cabianca, appare il suo atteggiamento critico verso le opere del gruppo di artisti fiorentini.
Suscita l'interessamento del mercante parigino Goupil per la sua produzione. Il figlio Arturo studia pittura sotto la guida di Amos Cassioli.
1874
Il 12 novembre, ha luogo a Roma la vendita all'asta dell'atelier dello spagnolo Mariano Fortuny; attraverso l'amico pittore Enrico Pestellini, Banti s'interessa quindi all'acquisto di alcune opere d'arte.
1874-75
Con una lettera da Parigi, Vito D'Ancona sollecita Banti ad inviare sue opere al Salon, dove saranno presenti Francesco Gioli, Giovanni Fattori, Egisto Ferroni, Michele Gordigiani ed Enrico Pollastrini.
1875
Va a Parigi con la moglie per dieci giorni per visitare il Salon. E' interessato ad acquistare riproduzioni di artisti contemporanei eseguite dal famoso fotografo George Caleb Bingham.
1875-76
Contribuisce al successo della galleria d'arte che Lega e Borrani hanno aperto in Piazza Santa Trinita.
In quest'epoca Banti esegue opere quali Ritratto della figlia Alaide e Tre contadine sedute dinanzi a ad una siepe rivelatrici della sua profonda meditazione sui valori simbolici impliciti allo "studio" delle forme.
1876
30 gennaio, Banti, Fattori e Signorini, si uniscono alla protesta contro le mostre circolanti organizzate da una giuria su cui influisce il potere centralizzato della capitale.
Gennaio- Giugno, intrattiene una corrispondenza con Serafino De Tivoli che da Parigi invia per la galleria Lega-Borrani due opere che probabilmente è Banti stesso ad acquistare.
E' membro del consiglio della Società Promotrice di Belle Arti di Firenze.
1877
Con lo scultore Luigi Frullini tenta invano di ridar vita al Giornale Artistico, che ha cessato le sue pubblicazioni dal 1873.
7 luglio, nasce intanto il figlio Mino Ottavio.
1878
30 Marzo, Diego Martelli si trasferisce per un anno a Parigi.
7 Luglio, muore la Marchesa Vettori e la famiglia Banti eredita un ingente patrimonio immobiliare.
1879
Probabile viaggio a Londra, dove vive il figlio Alfredo sposato ad un inglese.
1880
Febbraio, Diego Martelli mette in evidenza l'importanza della pittura impressionista con la conferenza tenuta al Circolo Filologico di Livorno, testo fondamentale nella letteratura artistica europea.
Ha luogo a Firenze l'Esposizione Internazionale dei quadri moderni tenuta dalla Società Donatello. Tra gli artisti stranieri sono presenti Manet, Eva Gonzales e Ingres con Edipo e la Sfinge.
1883
Giugno, sulla Gazzetta d'Italia Nino Costa, pubblicando alcuni articoli in occasione della Mostra di Belle Arti a Roma, parla con sottintesa ironia della partecipazione toscana.
Sostituisce il Barabino nell'amministrazione del Circolo Artistico.
1884
Con alcuni artisti inglesi Costa fonda la cosidetta "Scuola etrusca" che espone alla Grosvenor Gallery di Londra.
Viene nominato professore all'Accademia di Firenze, membro della Commissione incaricata del riordinamento degli Uffizi e Cavaliere della Corona d'Italia. Era stato Fattori a fare il suo nome per questa onorificenza.
1884-85
Boldini soggiorna dall'amico alla villa del "Barone", dove esegue alcuni studi di soggetto agreste e i ritratti di Banti e di Alaide. Nella loro corrispondenza parlano spesso di fotografie di affreschi fiorentini del Quattrocento, che Banti deve inviare all'amico. Chiede però in cambio riproduzioni di opere di Degas e di Ingres.
1886
23 Maggio, muore Adriano Cecioni e Banti si adopera per onorare per onorarne la memoria. Dona a Ferdinando Martini il quadro Lavoranti di paglia della Val d'Elsa, adempiendo così ad una promessa fatta dal Cecioni.
Nella corrispondenza con Boldini, è portato ad incoraggiare l'amico a concedere meno al gusto del pubblico, e al successo che ne deriva.
1887
13 Agosto, Banti arriva con la famiglia a Londra, trattenendovisi per circa un mese. Fa visita allo studio di Whistler, dalla cui opera rimane colpito, e allo studio di Leighton in Holland Park Road.
In ottobre Boldini con Banti e Pestellini, soggiorna a Venezia; nello stesso periodo Banti s'interessa per acquistargli un fondo agricolo, senza che l'iniziativa abbia però un seguito.
1888
Marco Calderini lavora al volume su Antonio Fonatanesi, morto nel 1882, chiedendo quindi a Banti il contributo delle sue informazioni.
Il gruppo degli artisti fiorentini Fattori, Cannicci, Pestellini e Signorini, con l'aiuto di Cabianca che vive a Roma, segnalano Banti per la candidatura a membro della Commissione Permanente di Belle Arti.
1889
Ha luogo a Parigi l'Esposizione Universale. Boldini è nominato membro della sezione italiana e affida a Banti, Signorini e Rivalta l'incarico di scegliere le opere degli artisti toscani invitati. Niccolò Cannicci viene quindi premiato per il quadro Il ritorno dalla festa.
Per questo artista, che ha bisogno di vendere le sue opere, Banti intercede presso Boldini.
1891
Trascorre le sue giornate a Montorsoli e la salute malferma lo costringe a declinare l'invito fattogli dal Signorini di far parte del giurì per il concorso della Società Promotrice.
1892
Boldini a Montorsoli, ospite di Banti; inoltre una lettera dell'11 Ottobre indirizzata alla moglie del Banti da Roma indurrebbe a pensare che in quel momento i due amici vi hanno fatto un viaggio in comune.
1893
Aiuta il Cannicci a superare delle difficoltà finanziarie.
1895
Pubblicando il Dizionario degli artisti italiani viventi Angelo De Gubernatis dà rilievo alla personalità artistica di Banti.
21 settembre, muore Silvestro Lega e Banti contribuirà generosamente alla realizzazione di un busto in bronzo da porre sulla sua tomba.
1896
20 Novembre, muore Diego Martelli e viene promossa una sottoscrizione alla quale Banti aderisce con una congrua somma.
1898
18 Gennaio, muore di nefrite la moglie Leopolda Redi e la salma viene tumulata nella cappella di famiglia al "Barone".
1901
In concomitanza con l'uscita del volume su Fontanesi di Marco Calderini, la Biennale di Venezia dedica un'ampia rassegna all'artista emiliano.
1902
Anna Franchi pubblica il volume Arte e artisti toscani e mette così in evidenza la funzione di protagonista avuta da Banti nel movimento macchiaiolo.
30 Dicembre, muore a 36 anni il figlio Gino.
1903
Boldini viene in Italia con l'intenzione di unirsi in matrimonio con Alaide Banti ma il sacramento non viene celebrato.
Ne deriva così una rottura fra i due vecchi amici.
1904
Cristiano Banti muore il 4 dicembre 1904 al "Barone" e segue poi la tumulazione nella cappella di famiglia.