Niccolò Cannicci, Le chiacchere del curato. Incontro mattutino
1872 

olio su tela, cm 27×52
firmato in basso a destra «N. Cannicci 1872»


 


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Legata, come Chierico violinista, al periodo trascorso a San Gimignano presso uno zio diacono, per curarvi i nervi sfibrati e la salute fragile, questa piccola tela restituisce suggestioni di una provincia dove il tempo e le abitudini sono ormai così profondamente diverse dalle mondane occupazioni di Firenze, trasformata sul finire del sesto decennio per assumere il volto di capitale d’Italia. Nella campagna di San Gimignano l’artista prenderà infatti stabile dimora, fino a ritirarsi dal ’93 nella torre diroccata di Montemiccioli. Lo scorcio di strada in cui si svolge la scena è adottato da Cannicci in altri dipinti quali Mattino a San Gimignano; così anche i piccoli cubi delle case, quasi citazioni da Fattori – e il muretto con la donna seduta di schiena. La pittura salda e compiuta nel disegno, tende ad una nota uniforme che dal marrone pallido e spento del terreno del muro sulla sinistra e dei tetti, sconfina nell’azzurro tenue del cielo, appena striato all’orizzonte; spiccano invece in primo piano la bianca tonaca del domenicano a contrasto con l’abito nero dell’altro religioso. I due personaggi sembrano commentare con aria arguta un articolo di giornale ed è curioso rilevare come la fisionomia dell’uomo a destra sia quasi la stessa, forse appena più matura, di quella del Chierico violinista: un viso appuntito, dagli occhi lunghi e un poco a fessura che ricorre d’altronde in altri dipinti del Nostro.

L. Lombardi, in Niccolò Cannicci, Edizioni del Soncino, Soncino, 1995, pp. 44-45

 



Bibliografia
Bolaffi. Catalogo dell’Arte Italiana dell’Ottocento, n. 12, 1983, tav. f. t., p. 141; G. Matteucci, La “Vanità” e la “Primavera” di Nicolò Cannicci, in Arte all’incanto, 1988/89, 1989, p. 125; L. Lombardi, Niccolò Cannicci, Edizioni del Soncino, Soncino, 1995, pp. 44-45, n. 3.