Balla Giacomo (1871-1958). Biografia. Quadri in vendita.
Giacomo Balla nacque a Torino il 18 luglio 1871.
Rimasto presto orfano di padre, fu costretto ad abbandonare gli studi musicali per impiegarsi in una litografia.
Pur rimanendo fondamentalmente un autodidatta, nel 1891 si iscrisse all’Accademia Albertina di Torino.
Quattro anni dopo si stabilì a Roma.
Nel 1900 si trasferì per un breve periodo a Parigi dove ebbe modo di assistere alla Esposizione Universale al Grand Palais in cui erano presenti opere di impressionisti e neo impressionisti.
Dipinse il Pertichino opera che gli fu rifiutata nel 1901 all’Esposizione Internazionale di Venezia.
Tornò a Roma nel marzo del 1901 e riscosse grande successo come ritrattista.
Nel 1903 partecipò all’Esposizione Internazionale di Venezia con Ritratto di Roesler Franz, chiara adesione alla tecnica Divisionista.
Fu maestro di Boccioni e Severini, divenendo sempre più una figura guida nell’ambiente artistico romano.
Nel 1909 realizzò il primo dipinto di impronta futurista: Lampada ad arco.
L’anno successivo firmò il Manifesto dei pittori futuristi e il Manifesto tecnico della pittura futurista.
Nel ‘13 espose per la prima volta alcune opere futuriste nel foyer del Teatro Costanzi a Roma.
Nello stesso anno, con Mondrian, Klee, Picabia, Arp e Kandinsky, partecipò ad un’importante mostra presso la Galleria Der Strum di Berlino.
Tra il 1912 e il ‘14 realizzò la serie delle Compenetrazioni iridescenti.
Sempre nel 1914 si dedicò al teatro, partecipando come attore ed esecutore degli scenari allo spettacolo Piedigrotta Parole in libertà di Francesco Cangiullo e compose alcune tavole parolibere quali L’Onomatopea umoristica Macchina Tipografica e Rumoristica Plastica Baltrrr.
Molteplici furono i settori sperimentati con Depero e Prampolini, dalla pittura alla grafica, dalle arti decorative all’artigianato e al teatro.
Firmò, nel 1915 il manifesto Ricostruzione Futurista dell’Universo, che proponeva una visione totalitaria dell’arte, estendendo l’ottica futurista alla moda, al teatro e alle arti applicate.
Nel ‘16 si impegnò come autore e attore nella realizzazione del film Vita Futurista e l’11 settembre firmò con Marinetti, Settimelli, Arnaldo, Ginna, Chiti e Corra il Manifesto della Cinematografia Futurista.
L’anno successivo disegnò la scenografia per il balletto di Sergej Diaghilev Feu d’artifice con musica di Igor Stravinskij.
Fu presente nel ‘25 alla Biennale Romana.
L’anno successivo partecipò alla XV Biennale di Venezia esponendo tre nuove opere che presentavano incastri di numeri e lettere tra cui S’è rotto l’incanto e Numeri innamorati.
Nel 1928 presentò una personale agli Amatori e Cultori in cui manifestò un rinnovato interesse per la figurazione.
L’anno seguente firmò con Depero, Dottori, Prampolini, Benedetta, Somenzi e Prato il Manifesto dell’aeropittura per poi partecipare alla mostra di aeropittura tenutasi a Roma nel 1931.
Sempre nel ‘31 partecipò alla I Quadriennale d’Arte Nazionale organizzata nel Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Si distaccò dal Futurismo nel ‘37 con una lettera al Perseo.
Da questo momento la sua pittura denotò un forte accento veristico, legato alla testimonianza della nuda realtà.
Nel 1956 ricevette la medaglia d’oro dal Presidente della Repubblica come artista rappresentativo del periodo compreso tra il 1900 e il ‘30.
Giacomo Balla morì il 21 marzo 1958 a Roma .