Caffi Ippolito (1809-1866). Biografia. Quadri in vendita.
Ippolito Caffi nacque a Belluno il 16 ottobre 1809.
Nel 1821 iniziò la formazione con Antonio Federici e Antonio Tessari.
Giovanissimo raggiunse Padova per stare con il cugino Pietro Paoletti, pittore di figura, che in quegli anni lavorava nella bottega di Giovanni Demin.
Nel 1826 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove seguì la Scuola di Nudo e Figura e quella di Paesaggio.
Il corso di Prospettiva tenuto da Tranquillo Orsi lo appassionò moltissimo vincendo così un premio nel 1830.
Con i proventi della vendita del dipinto La Via Crucis raggiunse Roma nel 1832.
Qui ottenne varie commissioni per scene teatrali e per la decorazione di una chiesa romana che lo impegnò per otto mesi.
Risalgono a questo periodo Trinità dei Monti e l’Arancera di Villa Borghese, datate entrambe 1834.
Nel 1835 pubblicò la prima delle tre edizioni delle Lezioni di prospettiva con 16 tavole litografiche di corredo.
Il tentativo di rinnovamento del tradizionale vedutismo veneziano, lo indusse a privilegiare particolari eventi atmosferici e gli scorci notturni, rischiarati dalla luce lunare o da fuochi pirotecnici.
Ne è esempio Festa dei zoccoletti- L’ultima ora del Carnevale a Roma che, presentato all’annuale esposizione all’Accademia di Venezia, gli procurò un vasto successo commerciale, al punto da eseguirne ben quarantadue repliche.
Altri soggetti che incontrarono il gusto di un’ampia committenza furono: Neve e nebbia in Canal Grande del 1840 e Effetto di nebbia sul Campanile e sulla Piazza di San Marco del 1842.
La predilezione del vedutismo, unito all’indole avventurosa, lo portarono così ad imbarcandosi per il Medio Oriente.
Sono riconducibile a quest’esperienza La Fatima di Smirne del 1843 e l’Odalisca.
Nel 1844 rifiutò la cattedra di Prospettiva presso l’Accademia veneziana.
La condivisione dei valori libertari, della patria e dell’Unità lo spinse ad arruolarsi, nel 1847, per combattere contro gli Austriaci.
Prigioniero, riuscì fortunatamente ad evadere e a tornare a Venezia dove sposò Virginia Missana.
Nel ‘50 Ippolito Caffi si stabilì quindi a Torino.
Partecipò poi all’Esposizione Universale di Londra con sei quadri.
Nel 1854 si recò in Spagna e a Parigi, dove si stabilì per qualche tempo; nel ’55 partecipò all’Esposizione Universale.
Due anni dopo tornò nuovamente nella città lagunare e, processato per gli episodi del’47, fu tuttavia assolto.
Negli ultimi anni alternò all’intensa attività espositiva l’adesione ai moti veneziani e alle guerre d’Indipendenza e il desiderio di documentarne le tappe salienti lo spinse ad imbarcarsi sulla nave Re d’Italia.
Ippolito Caffi morì nel 1866 durante la battaglia di Lissa .